Mestre. Multato di seimila euro per non aver aggiunto all’assegno ‘non trasferibile’

Quando una persona molto anziana ha un figlio con una grave disabilità mentale, la sua prima preoccupazione è sempre quella: chi si occuperà di lui una volta che sarò morto? Ed è seguendo la scia di questo angosciante pensiero che, due mesi fa, un pensionato 84 enne mestrino ha deciso di stipulare una polizza assicurativa a favore del figlio malato. Per farlo, però, ha staccato un assegno da 52 mila euro, cadendo in una norma antiriciclaggio che in questo periodo sta mietendo vittime innocenti in tutta Italia, senza raggiungere minimamente lo scopo per cui è stata emanata: combattere appunto i malviventi. Infatti, visto che l’anziano aveva un vecchio libretto, quando ha compilato l’assegno non ha aggiunto la scritta “non trasferibile”, incappando nella crudele (e insensata) norma sull’antiriciclaggio che da luglio ha inasprito in modo del tutto sproporzionato le sanzioni per questa mancata dicitura: 6 mila euro di multa. L’uomo è solo una delle quindici persone seguite dall’Adico per questo caso, tutte sanzionate con 6 mila euro per non aver inserito la clausola “non trasferibile sull’assegno”. C’è il pensionato che ha comprato l’auto per il figlio, la famiglia che ha pagato la provvigione all’agenzia immobiliare, la coppia che, dopo grandi sacrifici, ha comprato un viaggio per il proprio anniversario. “Il caso è scoppiato in tutta Italia – commenta Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – e sta mietendo vittime innocenti ovunque. C’è anche chi ha pagato il funerale della moglie appena deceduta e si è ritrovato con questa incredibile sanzione da 6 mila euro. Dopo la nostra denuncia anche tramite Striscia la Notizia, l’Abi è intervenuta dicendo alla gente di stare attenta. Noi pretendiamo invece che questi 6 mila euro, che rappresentano l’oblazione, ovvero la richiesta di pagamento che estingue la sanzione prima che venga emessa, vengano proprio cancellati. In tutti i casi che abbiamo seguito la trasparenza dell’operazione è facilmente testimoniabile dato che tutti hanno girato l’assegno al beneficiario e tutti sono in possesso di fatture. Combattere il riciclaggio è giusto, rovinare le famiglie, invece, è una crudeltà che uno Stato non può e non deve permettersi”.

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