Dolo. La permuta non piace. D’Agostino evidenzia i lati negativi dell’operazione

Non tutti hanno apprezzato la decisione del comune dolese di permutare la Caserma dei Carabinieri con alcuni beni demaniali. E’ il caso dell’ex consigliere comunale Vincenzo D’Agostino che polemicamente ha osservato:

Le sconcertanti operazioni manageriali del sindaco ‘immobiliarista’ di Dolo dottoressa Maddalena Gottardo, sono una vera beffa per i contribuenti dolesi.

D’Agostino, oggi semplice cittadino, ha aggiunto.

Il sindaco di Dolo ha, con tono trionfalistico, vantato la sua operazione di permuta con il demanio statale per il valore a pareggio di 2,5 milioni di euro. Sottopongo all’attenzione dei contribuenti i valori della permuta attribuiti. Fatto sconvolgente la perizia è stata fatta dalla controparte, l’agenzia del Demanio Pubblico. Beni ceduti dal comune al demanio statale: Caserma – Tenenza dei carabinieri e relativi alloggi – valore 2,5 milioni, sul compendio immobiliare grava un mutuo a carico del comune di oltre un milione di euro. Beni ceduti dal demanio al comune: -Ex Mulino di Dolo, ex Dominio Veneto ante 1794, valore 890.000 euro, – villa di via Piave, ex Ufficio del Registro, valore 1.000.000 di euro, – parcheggio di via Fondamenta, 2350 mq, valore 230.000 euro.

D’Agostino va sul concreto:

Fermo restando che questi beni il comune avrebbe potuto ottenerli con cessione a titolo non oneroso, seguendo la prassi, con domanda prevista dall’art. 5, comma 2, del Dlgs n. 85 del 2010, che di questi beni non si conosce la strategia di valorizzazione che il comune dovrà adottare, secondo la permuta, entro 10 anni per la villa di via Piave e di 5 anni per il compendio dei Mulini, che non si conoscono i relativi costi di manutenzione e valorizzazione, mi domando. Un provato avrebbe accettato questi valori di cessione?, La verità è che quando i soldi sono sudati col lavoro vengono amministrati con grande attenzione e senza fare sprechi, quando sono soldi pubblici si possono sprecare impunemente, tanto non ci sono controlli e a pagare è pantalone.

Per quanto riguarda le affermazioni di D’Agostino, sono oltre 20mila i beni dello Stato già pronti per essere trasferiti ai comuni che ne faranno richiesta, per un valore di 2,5 miliardi. È quanto ha detto il presidente dell’Agenzia del Demanio, Stefano Scalera, durante la conferenza per illustrare i tempi, i criteri e le modalità delle nuove norme che hanno introdotto procedure semplificate per il trasferimento agli enti territoriali di immobili dallo stato ai Comuni, come previsto dall’articolo 56 bis del Decreto del Fare. Durante la presentazione nella sede dell’Anci (presenti il presidente e sindaco di Torino Piero Fassino, il ministro Graziano Delrio e il sottosegretario Pierpaolo Baretta), Scalera ha spiegato che «l’obiettivo é quello di aiutare i Comuni a sviluppare il proprio patrimonio». Nel passaggio dei beni dallo stato alle autonomie, ha aggiunto Scalera, «la priorità va a Comuni, città metropolitane e subordinatamente a province e regioni. I comuni sono quindi gli attori principali di questo percorso».

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