Campolongo maggiore. A Bojon il generale Garofalo al convegno sul bullismo lunedì 15 gennaio

Il Comune di Campolongo Maggiore, in collaborazione con il “Tavolo Famiglia”, diverse Associazioni e le Parrocchie del territorio, e con il sostegno della Nazionale Cantanti propone due conferenze contro il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo, con la partecipazione del Gen. Luciano Garofalo (nella foto), ex comandante Ris di Parma:
Lunedì 15 gennaio 2018, ore 21 presso la sala teatro del Centro civico di Bojon incontro aperto alla collettività con la presentazione del libro “La prepotenza invisibile”
Martedì 16 gennaio 2018, dalle ore 10 alle 12 presso la sala teatro del Centro civico di Bojon

“Si tratta di iniziative che rientrano nelle attività del “Tavolo famiglia”, una esperienza che l’Assessorato ai Servizi Sociali porta avanti ormai da parecchi anni, e che ha dato lusinghieri risultati sia in termini di partecipazione da parte dei genitori, sia in termini di obiettivi raggiunti”. Con questo intervento, commenta l’assessore Cinzia Milani, ci siamo sforzati di andare incontro alle esigenze in primo luogo informative che ci giungono dalle famiglie ma anche dai ragazzi, per fornire appunto alle persone più direttamente coinvolti le conoscenze di base per evitare che fenomeni purtroppo sempre più diffusi possano trasformarsi in tragedie, come si è visto anche di recente.

Nella mattinata di martedì il Generale Garofalo incontrerà i ragazzi dell’Istituto Comprensivo “Diego Valeri di Campolongo”, per spiegare loro in che consistono esattamente bullismo e cyber bullismo, come fare per riconoscerli e soprattutto come difendersene.
“Mentre il bullismo coinvolge fisicamente gli studenti, in classe o a scuola, ma anche nei ambienti di socializzazione, con azioni che possono riguardare molestie verbali o aggressioni fisiche, il fenomeno del cyberbullismo è molto più ampio e infido – rileva Mattia Gastaldi, assessore comunale all’istruzione, cultura, comunicazione e trasparenza – La tecnologia moderna consente infatti ai bulli di infiltrarsi nella vita privata delle vittime attraverso messaggi, immagini o video offensivi, inviati tramite smartphone o pubblicati sui siti web, con l’unico obiettivo di trarre un qualche vantaggio a danno di coetanei più deboli e incapaci di difendersi”.

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