Venezia. Il Giudice di pace ha perso l’unico cancelliere. Adico presenta in Procura l’esposto per interruzione di pubblico servizio

Era difficile pensare che le cose potessero peggiorare. E invece da fine marzo negli uffici del Giudice di Pace di Venezia si è giunti alla paralisi totale. Motivo? Quell’unico cancelliere che da inizio anno sbrigava le pratiche due volte alla settimana per un totale di sedici ore al mese ora non c’è più. E, a quanto pare, non è in arrivo alcun sostituto. Così, le settecento pratiche che si erano accumulate da inizio anno (stiamo parlando di sentenze e soprattutto decreti ingiuntivi che, pur emessi dai Giudici di Pace, è come se non esistessero, perché manca appunto la “vidimazione” del Cancelliere) stanno aumentando giorno dopo giorno, con grave danno per gli stessi cittadini. Per questo motivo la prossima settimana l’ufficio legale dell’Adico presenterà in Procura un esposto affinché venga valutata la sussistenza del reato di “interruzione di pubblico servizio”, così come previsto dal codice penale. “Lo scorso 9 marzo abbiamo denunciato il rallentamento delle procedure causato dalla scarsità dell’organico della Cancelleria – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico -. L’unico cancelliere presente per 16 ore al mese avrebbe dovuto svolgere 70 pratiche a settimana per rendere effettivi i circa 700 procedimenti in due mesi e mezzo, sentenze e decreti ingiuntivi bloccati e in attesa di pubblicazione. In realtà, vista la ridottissima presenza, il cancelliere riusciva a farne un terzo. Ora, da fine marzo, non c’è più neppure lui e tutto è bloccato con grave pregiudizio per i cittadini. Ricordiamo che soprattutto i decreti ingiuntivi sono molto utilizzati per incassare in tempi brevi crediti non ancora onorati. I Giudici li emettono in brevissimo tempo ma se poi non c’è la “vidimazione” del cancelliere è come se non esistessero”. La situazione è davvero preoccupante, anche considerando che fino a un anno fa gli uffici del Giudice di Pace di Venezia erano alquanto efficienti. “Servono provvedimenti urgenti – conclude Garofolini -. Ovvero servono cancellieri subito, per evitare di giungere a un punto di non ritorno. Se continuerà questa paralisi, si recherà un grave pregiudizio a tutta la cittadinanza”. La prossima settimana, l’esposto in Procura.

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