L’innovazione dell’industria 4.0 è fruita infatti più da grandi aziende e meno dalle piccole. Il bonus digitale è stato troppo sfruttato e vanificato. Anche in questo comparti si deve puntare su materie nuove come welfare aziendale e bilateralità per incentivare la produttività. Gli artigiani sono certi di poter accompagnare le imprese per raggiungere obiettivi di eccellenza di cui sono capaci”.
“Etichetta parlante”, è un sistema inventato in Veneto da Confartigianato Moda e che ha ottenuto un riconoscimento prestigioso.
Innovativo “smart” serve per certificare con un Qr code, il prodotto e la filiera, garantirne al 100% l’originalità, ed essere in grado di sapere dove è stato venduto ma non solo. Il sistema è una vera e propria piattaforma informatica attraverso la quale sarà possibile digitalizzare il processo di certificazione del proprio lavoro, e permettere alle imprese di relazionarsi direttamente con chi lo ha scelto o lo sta visionando. “Il comparto del tessile e dell’abbigliamento – spiega Gianluca Fascina imprenditore e capo categoria del comparto moda- deve affrontare dopo gli anni della crisi economica, diversi problemi, fra questi il fatto che le grosse imprese straniere ed italiane tendono a pagare troppo poco il lavoro di eccellenza che commissionano alle imprese artigiane della Riviera, sia per il tessile che per il calzaturiero. C’è poi da affrontare il tema del ricambio generazionale. Troppo spesso gli imprenditori hanno un’età media intorno ai 50- 55 anni e non vedono nuove generazioni in vista anche a livello famigliare in grado di continuare la loro attività. Vanno diminuite in modo drastico poi le incombenze burocratiche per le imprese, e va rilanciato il “Marchio doc della calzatura” della Riviera, un ottimo strumento che dà sicurezza in termini certificativi ed anti – contraffazione, ma di fatto mai realmente decollato in termini di adesioni”.
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