Dolo. Le ricette dell’associazione Artigiani per il rilancio dei settori tessile e calzaturiero

Gianluca Fascina – Ricamificio Gifa

Il settore tessile e calzaturiero vanno rilanciati puntando su innovazione tecnologica, difesa del Made in Italy, ricambio generazionale, e incentivando lo sviluppo di strumenti come l’etichetta parlante e il “Marchio doc della Calzatura”. A fare una analisi della situazione sono per l’Associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta” il presidente Luca Vanzan (nella foto) , il segretario Giorgio Chinellato, e il responsabile della categoria Gianluca Fascina. I numeri delle aziende presenti indicano una lieve diminuzione nel comparto nel 2017 rispetto al 2017. “Al 30 giugno del 2017 – spiegano Vanzan e Chinellato- abbiamo registrato su un totale complessivo di 930 imprese iscritte un calo di 18 imprese tessili rispetto ai 12 mesi precedenti, e un calo di 12 nel settore calzaturiero. Fra le nostre ricette, l’utilizzo massiccio dell’innovazione dell’etichetta parlante della filiera e dei materiali usati. Bisogna cambiare le comunicazioni tra le parti, gli strumenti ce li abbiamo e chiediamo che le istituzioni ci siano di aiuto.
L’innovazione dell’industria 4.0 è fruita infatti più da grandi aziende e meno dalle piccole. Il bonus digitale è stato troppo sfruttato e vanificato. Anche in questo comparti si deve puntare su materie nuove come welfare aziendale e bilateralità per incentivare la produttività. Gli artigiani sono certi di poter accompagnare le imprese per raggiungere obiettivi di eccellenza di cui sono capaci”.
“Etichetta parlante”, è un sistema inventato in Veneto da Confartigianato Moda e che ha ottenuto un riconoscimento prestigioso.
Innovativo “smart” serve per certificare con un Qr code, il prodotto e la filiera, garantirne al 100% l’originalità, ed essere in grado di sapere dove è stato venduto ma non solo. Il sistema è una vera e propria piattaforma informatica attraverso la quale sarà possibile digitalizzare il processo di certificazione del proprio lavoro, e permettere alle imprese di relazionarsi direttamente con chi lo ha scelto o lo sta visionando. “Il comparto del tessile e dell’abbigliamento – spiega Gianluca Fascina imprenditore e capo categoria del comparto moda- deve affrontare dopo gli anni della crisi economica, diversi problemi, fra questi il fatto che le grosse imprese straniere ed italiane tendono a pagare troppo poco il lavoro di eccellenza che commissionano alle imprese artigiane della Riviera, sia per il tessile che per il calzaturiero. C’è poi da affrontare il tema del ricambio generazionale. Troppo spesso gli imprenditori hanno un’età media intorno ai 50- 55 anni e non vedono nuove generazioni in vista anche a livello famigliare in grado di continuare la loro attività. Vanno diminuite in modo drastico poi le incombenze burocratiche per le imprese, e va rilanciato il “Marchio doc della calzatura” della Riviera, un ottimo strumento che dà sicurezza in termini certificativi ed anti – contraffazione, ma di fatto mai realmente decollato in termini di adesioni”.

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