Scenario apocalittico in Veneto. Ecco perché.

Analisi approfondita sull’evidenza dei cambiamenti climatici in VENETO

Quanto riportato di seguito è ciò che è emerso nella conferenza a cui ho assistito presso “Porte aperte a Teolo – Focus su clima e cambiamenti climatici“, nel Centro Meteorologico di ARPAV a Teolo (PD), in data 27 ottobre 2018.

Introduzione: il problema a livello globale

di Adriano Barbi, Servizio Meteorologico ARPAV

Negli ultimi decenni, a partire dall’anno 1980, le temperature sono variate e stanno cambiando. Le anomalie di temperatura sono sempre più positive, dimostrando che il Pianeta si sta riscaldando, soprattutto nell’emisfero settentrionale.

Lo riduzione dei ghiacci al Polo Nord

L’ultimo rapporto dell’IPCC (organismo dell’ONU che si occupa di studiare, attraverso dei report sistematici, il cambiamento climatico a livello globale) mostra anomalie di temperatura in tutto il mondo (sia terra che mare) con variazioni anche superiori a +2°C. Viene, inoltre, riportata un’accelerazione negli ultimi 15 anni dell’innalzamento globale del livello del mare fino a 20-25 cm, risultando una conseguenza dell’espansione dell’acqua con il calore e dello scioglimento delle calotte polari, che stanno subendo una drastica riduzione negli ultimi 25 anni con record negativi anno dopo anno. A testimonianza della riduzione dei ghiacci marini al Polo Nord emerge come quest’anno siano stati raggiunti 4,7 milioni di km quadrati di estensione dei ghiacciai, cioè meno della metà rispetto ai 10 milioni degli ultimi mille anni.

Dall’Ottocento fino ad oggi è stato raggiunto un incremento di +1°C e si vedono già degli effetti misurabili tramite l’innalzamento dei mari, perdita dei ghiacci, perdita di biodiversità, variazione dei raccolti agricoli, aumento delle ondate di calore (con conseguente disagio fisico) e precipitazioni estreme più frequenti e talvolta più intense. Nei prossimi anni, in base al nostro “comportamento” si potranno verificare due diversi possibili scenari: emettendo poche o nulle concentrazioni di gas serra, avremo una variazione al di sotto dell’incremento totale di temperatura di +1,5°C (cioè un aumento mitigato), oppure, in uno scenario più pessimista, rappresentato dall’assenza di provvedimenti sulle emissioni, avremo un incremento nell’ultimo secolo da +2-4°C, con effetti devastanti in tutto il mondo.

La realtà Veneta

Analisi statistica.

di Cinzia Viale e Antonella Trabuio, Regione del Veneto – Unità Organizzativa Sistema Statistico Regionale

A dimostrazione che anche la Regione Veneto è soggetta a tali anomalie termiche visibili negli anni, è stata attuata una collaborazione tra l’ufficio statistico regionale e ARPAV. Sono state unite due serie storiche sulle temperature: una dal 1955 al 2004 (dell’ufficio idrografico) e l’altra dal 1993 al 2017 (di ARPAV), in un’unica che va dal 1955 al 2017. Nonostante le complicanze causate dalla differenza di dati tra le due serie, infine, il risultato ottenuto è stato efficace ed utilizzabile.

Ne è emerso, pertanto, che le temperature medie annuali risultano sensibilmente aumentate anche in Veneto e specificatamente di quasi +2°C, ovvero il doppio di quanto è avvenuto a livello globale: si tratta, quindi, di un’evidenza matematica.

Evidenza dei cambiamenti climatici sulla nostra regione

di Francesco Rech, Servizio Meteorologico ARPAV

Temperature.

In Veneto, nel corso degli anni, dal 1993 al 2017, analizzando 134 stazioni, si è potuta individuare una netta tendenza all’incremento delle temperature (in particolare 2014-2015 sono gli anni più caldi di tutta la serie; per cercare quelli più freddi bisogna andare ai primi anni del ’90). L’incremento equivale a mezzo grado centigrado in 10 anni, trattandosi dunque di un aumento molto marcato tanto che si avrebbe +2,5°C in 50 anni mantenendo lo stesso andamento!

Analizziamo ora l’anno 2014, che è stato l’anno più caldo degli ultimi 25 anni. I mesi dell’anno preso in considerazione sono stati completamente stravolti, poiché abbiamo avuto un’estate con un agosto molto sotto la media ed un inverno con gennaio molto sopra media! Queste variazioni climatiche portano, infatti, ad avere una variabilità anche notevole oltre ad un incremento delle temperature medie, con una serie di problemi connessi.

Precipitazioni.

29/10/18 – La piena del Piave (11 metri)

Analizzando le precipitazioni medie annue del periodo 1950-2010, il massimo di precipitazioni si è verificato nel 2010 (anno di alluvione in Veneto) e il minimo nel 2003, rappresentando un anno molto caldo. Nonostante ci siano 60 anni di raccolta dati, i massimi e i minimi si collocano comunque negli ultimi anni!

Si è assistito, inoltre, negli ultimi 12 anni rispetto a quelli precedenti, ad una distribuzione maggiore di giorni con 100 mL di pioggia registrati (in un giorno sono davvero molti!) andando a dimostrare come negli ultimi anni, la sensazione che le piogge estreme siano più frequenti, è reale.

 

Andamento negli ultimi anni sulla montagna Veneta.

di Anselmo Cagnati, Servizio Neve e Valanghe ARPAV

La riduzione del ghiacciaio della Marmolada

La questione dello scioglimento dei ghiacciai colpisce l’immaginario collettivo perché tutte le persone comuni la possono osservare (se ad esempio si passa su Passo Ferraia, si vede la Marmolada visibilmente cambiata), suscitando anche interesse nei media.

Le masse dei ghiacciai dolomitici si sono ridotte del 36% negli ultimi 100 anni, con un’accelerazione molto marcata dalla fine degli anni ’80.

Un dato significativo, inoltre, è che dal 1910 al 1982 la riduzione dei ghiacciai nel Veneto è stata del 26,8% e una simile variazione si è avuta dal 1982 al 2014 con il 25,6%; quindi in un periodo molto inferiore, pari a 32 anni, sì è avuta la stessa riduzione dei precedenti 72 anni, dimostrando che il cambiamento climatico è in netta accelerazione dalla fine degli anni ’80.

Le variazioni climatiche, inoltre, portano ad una degradazione del permafrost (ghiaccio perenne) con importanti rischi associati, quali cedimenti di strutture, maggiore propensione ai dissesti, fenomeni di crollo della roccia che negli ultimi decenni si sono verificati più frequentemente, rilasciando anidride carbonica con conseguente accelerazione dell’effetto serra.

Infine, un’informazione che ci fa preoccupare e pensare è che il 95-98% delle piste sciistiche in Veneto è alimentato da neve artificiale e si è arrivati, a causa delle alte temperature, a dover produrre tecnologie che producano neve a 5°C! Sotto i 1800 m, inoltre, è diventato fortemente sconveniente e a rischio costruire nuove piste da scii.

Anche se stiamo vedendo gli effetti del clima creare caos in tutto il mondo, non stiamo ancora facendo abbastanza, non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente per prevenire uno sconvolgimento climatico catastrofico e irreversibile” – António Guterres, segretario generale dell’ONU, a COP24 di Katowice in Polonia, il 4 dicembre 2018.

 

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