Dolo. Secondo Zen la riforma delle aziende ospedaliere venete peggiorerà la situazione dell’ospedale di Dolo

Emilio Zen, referente del Coordinamento Iniziative a tutela dell’ospedale di Dolo, interviene per evidenziare i rischi che corre l’ospedale di Dolo alla luce delle ultime notizie sulla sanità regionale. “E’ alle porte la riforma delle ASL venete (P.d.L. 23 – 2015 “Azienda Zero”). Il suo iter impegnerà, d’ora in avanti, gli organismi regionali, e il “quotidiano” verrà probabilmente offuscato dall’“autorevole discussione” in atto.
Ma il “quotidiano” va avanti implacabile. E a farne le spese sarà soprattutto l’ospedale di Dolo.
Molte ambiguità, tra l’altro, creano disorientamento e non consentono ai cittadini di capire quali siano le reali prospettive! Si legge in un articolo odierno del Gazzettino (“Mirano, il pressing dei sindaci”) che a Dolo si realizzeranno “il nuovo pronto soccorso e due nuove sale operatorie” (il famoso “monoblocchino”). Per Dolo sarebbe stato utile ripristinare, adeguare, riorganizzare quello che c’era, collegato ai tutti i reparti “strategici”. Perché quel progetto è scivolato nel dimenticatoio? Ma soprattutto: due nuove sale operatorie? Macché! Due e basta, visto che “chirurgia generale, ortopedia e urologia potrebbero passare da Dolo e Mirano, percorso inverso per Neurologia e Oncologia”.
Per non parlare della precaria tenuta del reparto materno infantile, assegnato dalle “schede ospedaliere” a Dolo, ma di fatto non “centrale”.
Tutte azioni che dequalificano l’ospedale di Dolo, che gettano al vento le sue potenzialità strutturali e professionali, la sua storia, la sua funzione strategica. Azioni tese a trasformarlo in un nosocomio di serie C, non certamente nell’ospedale che il bacino d’utenza della Riviera del Brenta (140.000 ab, in aumento in periodo turistico) meriterebbe.
Si legge sempre oggi in “Sanità, arriva l’Ulss zero e sarà rivoluzione”: “le Ulss su base provinciale possono permettere di risolvere facilmente quei conflitti ci campanile che ancor oggi sono all’ordine del giorno”. Sono “conflitti di campanile” le legittime rivendicazioni di Dolo e della Riviera? Non vanno forse oltre le logiche di paese gli ammonimenti sulla pericolosa fagocitazione di Mirano da parte di Mestre e sul declassamento di Dolo?
Sembra di capire che “Azienda Zero” ridimensionerà il ruolo della Conferenza dei Sindaci (se ci sarà ancora). Allora si chiede alla stessa un “colpo di coda” (o “canto del cigno”?), che si batta con forza per un’offerta socio-sanitaria “forte” per la Riviera del Brenta. Per troppo tempo i nostri politici si sono “distratti”.

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