Pianiga. A Ballarò la vicenda di un cazzaghese che attende da 4 anni il risarcimento dalle assicurazioni Generali

La puntata di martedì sera del noto programma di Rai Tre ha dedicato un servizio alla vergognosa vicenda di Francesco Bettin, di Cazzago di Pianiga
Da quasi dieci anni sta lottando assieme a Studio 3A, che lo assiste, per ottenere un equo risarcimento dall’assicurazione, la Generali, per il gravissimo trauma riportato in seguito a un incidente stradale: la perdita di una gamba. Una vicenda che grida vendetta, quella di Francesco Bettin e che il primo marzo è balzata sotto i riflettori della cronaca nazionale, con un servizio su Ballarò. Il noto programma di approfondimento di Rai Tre (nella foto un momento dell’intervista con Trovò, Sandrucci, Bettin e la moglie Nadia) , tra i vari temi, ha aperto una finestra sul mondo delle assicurazioni e le ben note problematiche per gli italiani: premi delle polizze più alti d’Europa ma, per contro, ostruzionismo totale quando si tratta di liquidare un danno, con risarcimenti che arrivano dopo anni e spesso dopo lunghe azioni legali. Tutti “ingredienti” ben presenti nell’emblematico caso di “mala assicurazione” del signor Bettin.
Il primo ottobre 2007 Bettin, allora quarantenne (oggi è sulla soglia dei cinquanta) e ora residente a Cazzago di Pianiga sta percorrendo in moto via della Costituzione, a Spinea, quando un’auto, svoltando a sinistra per entrare in un distributore di benzina, gli taglia la strada .“Ho frenato, ma non ho potuto fare niente e sono rovinato a terra – ha raccontato il malcapitato all’inviato di Ballarò, Stefano Maria Sandrucci, nel corso del sopralluogo sul punto dell’incidente – Ho visto che il piede non mi seguiva più, era staccato: gli operatori del Suem mi hanno stretto la gamba con la cinghia dei pantaloni e mi hanno portato via in ambulanza”. L’impatto con l’asfalto è devastante. Resterà per due settimane in Rianimazione, in pericolo di vita. Alla fine ce la fa, ma il prezzo da pagare è altissimo: nonostante tutti i tentativi, i medici non riescono a salvargli l’arto inferiore, e devono amputarglielo.
“La vita mi è cambiata radicalmente” ha spiegato Bettin, che faceva l’autotrasportatore e l’escavatorista, andava in moto, sciava: ora non può più fare nulla come prima. Ma, soprattutto, fin da subito il danneggiato va incontro a spese ingenti per le cure e per le protesi: da qui ai prossimi anni, solo per gli ausili, dovrà affrontare un costo di oltre duecentomila euro. Deve anche cambiare casa, perché dove risiedeva prima non c’era l’ascensore e doveva fare le scale, e l’auto: quella che aveva non era fornita di cambio automatico. Per far fronte a tutte queste spese, Bettin deve vendere il camper e una barca che aveva e dare fondo a tutti i risparmi perché, come ha lamentato, “l’assicurazione, da quando ho avuto l’incidente fino al 2011, non mi ha dato un soldo, non ho percepito alcun risarcimento, e ho dovuto fare causa”.
“La dinamica e le responsabilità dell’automobilista nel sinistro sono state da subito chiare, ma la compagnia di assicurazione di controparte, Generali, ha eretto un muro e non ha mai avanzato alcuna proposta – ha chiarito il dott. Ermes Trovò, Presidente di Studio 3A, la società specializzata a livello nazionale nella valutazione della responsabilità civili e penali a tutela dei diritti dei cittadini, a cui Bettin si è rivolto per ottenere giustizia – Abbiamo quindi dovuto intentare una causa e la ricostruzione tecnica del Tribunale di Venezia nel 2010 ha chiarito tutte le responsabilità confermando la ragione piena al nostro assistito. Ma neanche allora la compagnia assicurativa si è resa disponibile e Francesco Bettin ha dovuto attendere quasi un altro anno per ricevere la prima somma a titolo di risarcimento: una cosa inaccettabile, sono passati quattro anni dalla data del sinistro”.
Bettin, che ha avuto riconosciuto il 60% di invalidità permanente, vede il primo assegno della Generali nel settembre 2011 ed è peraltro molto più “leggero” del dovuto: il Tribunale di Venezia per la quantificazione del risarcimento, decide di applicare tabelle proprie e non quelle del Tribunale di Milano, che pure la Cassazione ha stabilito siano quelle di riferimento. Bettin percepisce metà di ciò di cui avrebbe diritto con la conseguenza che Studio 3A, per il tramite del proprio servizio legale, ha impugnato la sentenza e a nove anni di distanza la vicenda non è ancora chiusa.
Al riguardo, in trasmissione è stato lanciato un grido d’allarme per i danneggiati: in studio sono intervenuti, tra gli altri, il vice Ministro dell’Economia Enrico Zanetti, Umberto Guidoni, dell’Ania, e Roberto Trefiletti, di Federcosmatori, che ha evidenziato come che in realtà i ritardi dei risarcimenti siano spesso causati dalle mere esigenze di bilancio delle compagnie.“Per stabilire gli indennizzi delle lesioni gravi oggi si fa riferimento a più tabelle di tribunali diversi – ha spiegato nel servizio Sandrucci – Il Ddl Concorrenza dovrebbe mettere ordine con un’unica tabella nazionale: il testo alla Camera ha adottato quella di Milano, che prevede risarcimenti più alti, ma al Senato potrebbe cambiare e usare parametri più bassi. Le pressioni delle assicurazioni sono forti. In Parlamento si annuncia una lunga battaglia, e in mezzo ci sta chi ha subito un incidente grave”.
“Le assicurazioni? Sono tutte delle truffe legalizzate – ha concluso, amaro, Bettin -: vogliono i soldi, ma quand’è il momento di pagare, scappano sempre”.

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