Venezia. Ancora una vicenda anacronistica che vede coinvolta un’anziana veneziana alle prese con l’Inps

Si è trasferita dal figlio fuori regione per essere accudita a causa dei suoi gravi problemi di salute. Quattro mesi lontana da casa, da marzo a giugno 2015, senza la possibilità di recarsi nella propria banca a ritirare la pensione. Risultato? A.G., 81enne veneziana residente a Quarto d’Altino, ha accumulato con l’Inps un credito di circa 5 mila euro, visto che l’Ente previdenziale non le ha riaccreditato cinque mensilità da 910 euro l’una. Ora, a più di un anno di distanza dal quel trasloco in casa del figlio, a otto mesi dalla prima lettera scritta dall’Adico all’Inps e a circa cinque mesi dalla richiesta di riaccredito di quanto dovuto tramite apposito modulo Inps, la pensionata, che continua a soffrire di problemi di salute, non ha ancora visto i soldi che avanza.
Come detto, il problema nasce quando l’81 enne di Quarto d’Altino (Venezia) si trasferisce dal figlio fuori dal Veneto, a marzo 2015. La signora, che di solito va di persona a ritirare il proprio assegno pensionistico nella filiale mestrina della Banca Popolare di Milano, in questo lasso di tempo non compie tale operazione. La banca, una volta che A.G. è tornata a casa, le comunica che gli assegni le verranno riaccreditati. Intanto a luglio e ad agosto la pensione le viene corrisposta regolarmente, mentre a settembre l’ 81 enne veneziana apre un conto corrente postale. Alla fine, però, pur dopo vari solleciti, la donna non riceve né i soldi del periodo marzo-giugno, quattro mensilità, né quelli di settembre. “A novembre – spiega Carlo Garofolini, presidente dell’Adico – abbiamo spedito tramite il nostro sportello “debiti e crediti” una raccomandata all’Inps, invocando il riaccredito delle mensilità ancora non corrisposte anche considerando che la nostra assistita non naviga nell’oro e di quei soldi ha estremo bisogno. L’Ente previdenziale ha riconosciuto l’inghippo e a gennaio ci è stato chiesto di compilare un modulo per la richieste di riaccredito. A oggi, non s’è visto ancora nulla. Sollecitiamo l’Inps affinchè alla nostra assistita vengano subito pagati i circa 5 mila euro che avanza”.

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