Mira. Comunicato del comitato Opzione Zero sul cogeneratore di Giare

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato prevenuto dal comitato Opzione Zero

“Opzione Zero ha presentato più di due mesi fa al Comune un approfondito dossier sul cogeneratore di Giare; ma nonostante i solleciti ancora nessuna risposta dall’amministrazione.
Intanto, grazie alle autocertificazioni dei residenti, è ormai certo che l’impianto non recupera l’energia termica.
Il comitato prepara un esposto al GSE e alla guardia di finanza per ipotesi di frode.
Presentata in questi giorni anche una interpellanza da parte del gruppo Mira in Comune
Opzione Zero pronta alla mobilitazione in Consiglio insieme ai residenti.

Opzione Zero torna alla carica sulla questione del co-generatore di Giare: “Ad ottobre abbiamo presentato all’assessore Maurizio Barberini e al Sindaco Marco Dori un dossier molto approfondito su tutte le anomalie tecniche e autorizzatorie di questo impianto – dichiarano dal comitato – però ad oggi, a oltre due mesi di distanza e nonostante i solleciti, non abbiamo ricevuto ancora nessuna risposta dall’Amministrazione Comunale. Un comportamento quanto meno irrispettoso verso i cittadini della zona e non coerente rispetto agli impegni presi in campagna elettorale dallo stesso Sindaco”.
Nel dossier si spiegano i motivi per i quali il co-generatore è fuori norma, a cominciare dal fatto che l’impianto di teleriscaldamento per il recupero dell’energia termica non è mai stato realizzato. Ma proprio il recupero del calore prodotto costituiva presupposto obbligatorio per poter installare un impianto di co-generazione in zona agricola tramite Dichiarazione di Inizio Attività, una procedura estremamente agevolata. La certezza sulla mancata fornitura di acqua calda alle case e alle attività produttive circostanti viene proprio dai proprietari degli edifici medesimi, i quali mediante autocertificazione hanno dichiarato di scaldarsi con impianti autonomi.
C’è poi la questione del vincolo ambientale del PALAV (art. 21a) del quale non si è tenuto in debito conto, e il problema dei mancati controlli sulle emissioni gassose provocate dalla combustione di olio combustibile di origine vegetale e animale che arriva con autocisterne provenienti dalla Slovenia e dall’Ungheria.
“Abbiamo fornito all’Amministrazione tutti gli elementi e le indicazioni normative per poter intervenire in autotutela e far chiudere il co-generatore visto che la difformità tra il progetto presentato e quanto realizzato è palese e consistente – proseguono dal comitato – ma l’impianto continua a bruciare a tutto spiano. Se il Comune non agisce nonostante abbia l’obbligo di vigilare sulle opere realizzate nel suo territorio, allora si profila una situazione di inadempienza”.
Intanto per avere risposte ufficiali, la consigliera comunale di Mira in Comune, Lavinia Vivian, ha presentato in questi giorni una interpellanza, ed è certo che la discussione sarà accompagnata dalle proteste degli abitanti della zona.
Opzione Zero per parte sua depositerà a breve un esposto al GSE, alla Guardia di Finanza, e ad altri enti competenti affinché verifichino se il mancato recupero del calore si possa configurare come frode a scapito dei contribuenti, visto e considerato che con molta probabilità il gestore dell’impianto sta incassando i contributi pubblici relativi alla produzione di energia elettrica tramite co-generazione con fonti rinnovabili”.

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