Mira. Piantiamola è il nome del progetto che il Comitato Opzione Zero presenterà domenica 1 ottobre al Festival Si Può Fare

Riportiamo il comunicato inviato dal comitato Opzione Zero, dalle portavoce Rebecca Rovoletto e Lisa Causin e dal presidente Mattia Donadel
Riforestare il territorio della Riviera per contrastare il global warming e l’inquinamento.
Invitate anche le amministrazioni locali.
Una delle emergenze ambientali più gravi e inderogabili è quella relativa ai cambiamenti climatici. La lotta contro le “grandi opere”, contro la cementificazione e la distruzione dei territori praticata da tanti comitati e movimenti come Opzione Zero è parte integrante e importante di questa più ampia battaglia per fermare il global warming. Ma per Opzione Zero la difesa dei territori da sola non basta, ed è alla lunga perdente se a questa strategia non si è in grado di affiancare anche un lavoro di risanamento ambientale e di riqualificazione del territorio.
La Riviera del Brenta è stata colpita dal 2007 ad oggi da almeno 7 episodi di precipitazione intensa con conseguenti alluvioni; nel 2015 i Comuni di Pianiga, Dolo e Mira sono stati colpiti da un vero e proprio tornado di magnitudo F3-F4. L’ultima estate ha messo in evidenza invece la vulnerabilità anche del nostro territorio per quanto l’approvvigionamento idrico. Si tratta di fenomeni naturali non nuovi, ma è ormai indiscutibile come la frequenza e l’intensità di questi eventi siano considerevolmente aumentate negli ultimi anni, prova concreta e tangibile su scala locale degli effetti causati dal surriscaldamento globale.
Ad aggravare la situazione per quanto riguarda il rischio idraulico c’è poi l’eccessivo consumo e impermeabilizzazione dei suoli: il Veneto è la seconda regione più cementificata d’Italia dopo la Lombardia.
Non meno preoccupanti sono i dati sull’inquinamento atmosferico causato in particolare dal traffico veicolare e dagli impianti termici, che provocano l’aumento nell’aria delle concentrazioni di polveri sottili e di altri composti tossici; nel periodo novembre 2015 febbraio 2016 sono stati registrati continui sforamenti dei limiti di legge in tutto il territorio metropolitano di Venezia, con picchi estremamente elevati e pericolosi per la salute delle persone.
Riforestare il territorio significa non solo sottrarlo alla cementificazione, ma anche favorire l’assorbimento della CO2, mitigare l’inquinamento atmosferico, attenuare il rischio idraulico, favorire la biodiversità e la riqualificazione del paesaggio.
“E’ evidente che questioni di cosi ampia portata non possono trovare soluzioni esaustive a livello locale tanto più in assenza di politiche forti e incisive ai livelli più alti- afferma Mattia Donadel presidente del Comitato- ma è pur vero che un cambio di rotta può avvenire solo se anche su scala territoriale e locale si è in grado di mettere in atto delle trasformazioni concrete. Molti Comuni della Riviera hanno aderito al Patto dei Sindaci e approvato i PAES (Piani di azione per l’energia sostenibile). Questi piani contengono indicazioni precise, ma spesso rimangono solo sulla carta. Non è solo un problema di soldi. Il punto è che non si vuole assumere il problema dei cambiamenti climatici come priorità. Eppure la gravità del fenomeno è sotto gli occhi di tutti. Bisogna agire in fretta e a tutti i livelli perché il tempo è ormai scaduto, anche dal basso. Per questo abbiamo pensato a questo progetto di riforestazione del territorio. In sostanza chiediamo ai nostri Comuni di mettere a disposizione i terreni pubblici inutilizzati; noi poi pensiamo a raccogliere i fondi, le competenze e le braccia per realizzare boschi e fasce tampone. Noi come cittadini organizzati stiamo facendo la nostra parte da anni, e vogliamo fare di più. Abbiamo invitato alla presentazione anche Sindaci e Assessori della Riviera, vediamo quale sarà la risposta”.

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